L’Università merita le nostre tasse. Lettera aperta ai contribuenti italiani e al Ministro Profumo.

Non sono triste... medito!

Lettera aperta ai contribuenti italiani
e  p.c.: egr. prof. Francesco Profumo
Ministro dell’Istruzione, Università, Ricerca
Repubblica italiana

Napoli, lì 22 febbraio 2012
Oggetto:  l’Università merita le nostre tasse.

Oggi è un giorno triste per me: è il mio ultimo giorno di lavoro. Dopo due anni ho appena concluso l’ultima sessione di esami (sessione speciale, in aula non ci vado da un anno) del Corso in Economia e diritto ambientale, presso il Corso di Laurea Magistrale in Biologia delle Produzioni Marine, Facoltà di Scienze MMFFNN della gloriosa Università degli Studi di Napoli – Federico II, una delle più antiche e affollate d’Europa, dove, in un lontano 1992, mi laureai in fretta con tanto di lode e belle speranze.

E’ un giorno triste perché è un lavoro che mi appassionava e perché – ma questo potranno confermarlo solo i miei ex studenti commentando liberamente questa lettera – credo di averlo svolto con dignità e serietà.
Ma soprattutto sono triste per i motivi che hanno decretato il fatto che questo sia il mio ultimo giorno di docente a contratto presso un’ Università pubblica italiana. Triste e un po’ arrabbiato, di quella rabbia inutile ma forse un po’ consolatoria perché sai che non è colpa tua e che, in fondo, non puoi farci niente.

I destinatari di questa lettera sono i contribuenti italiani, non tutti  i cittadini, ma solo quelli che pagano le tasse e che fanno sacrifici per contribuire a tenere in piedi un sistema di garanzie pubbliche, tra cui l’istruzione e la formazione dei propri figli. E’ arrivata l’ora di essere politicamente scorretti, di fare una distinzione netta tra chi paga e chi evade, tra chi fa il proprio dovere e chi no, in ogni campo. Gli uni possono e devono lamentarsi ed indignarsi, gli altri non ne hanno il diritto. E, per me, sono anche meno italiani.

Allora, cari contribuenti, ora che leggerete le mie parole vi sentirete ancor più soddisfatti  dell’aver fatto il vostro dovere.
Quello che voglio comunicarvi o comunque ricordarvi è:
a) sappiate che avete dei figli splendidi (nella stragrande maggioranza dei casi – gli altri… lasciate che tornino ai nobili mestieri manuali, che in Italia ce n’è tanto bisogno), rispettosi e curiosi, che meritano fiducia e rispetto;  ragazze e ragazzi pieni di vita e di speranze che noi stiamo scientificamente e scientemente affondando sotto un mare di burocrazia, vecchiaia, sprechi, inefficienza, ignoranza, baronaggio;
b) sappiate che versate le tasse a un Paese che considera congruo pagare un docente universitario a contratto l’esorbitante cifra di 2.880 € (dicasi duemilaottocento/80) lorde all’ANNO (avete letto bene.. non al mese, ma all’anno). E spesso mancano anche i fondi per fare i contratti e i corsi non si attivano proprio.
Il compenso, ammettiamolo, in fondo non sarebbe male: 60 euro lorde per ognuna delle 48 ore di lezione (40€  meno di quello che corrisponde il Fondo Sociale Europeo per banali docenze senza alcuna evidenza pubblica, ma non ci lamentiamo). Peccato che l’Università consideri come retribuibili solo le attività di aula, mentre tutto il resto è puro volontariato non retribuito. In cosa consiste questo volontariato? Cosette da poco: esami (6 sessioni all’anno, per un numero indefinito di ore o giorni), ricevimento studenti, correzione delle esercitazioni, aggiornamento continuo e preparazione delle lezioni (perché i bravi docenti si aggiornano e preparano le lezioni, scervellandosi su come renderle più utili e meno noiose!).. Facendo un rapido conteggio, le ore si quadruplicano e così un docente a contratto guadagna circa 15 € lorde/ora.  Tralasciamo altri dettagli quali: i fastidiosi adempimenti burocratici, l’oneroso acquisto di testi specialistici, le responsabilità legali; oppure il fatto che il contratto è annuale e quindi non è possibile creare progetti di largo respiro che coinvolgano gli studenti  (progetti europei, convenzioni con aziende); o il fatto che per l’Università io non esisto: non posso votare nei Consigli del Corso di laurea, non sono presente sul sito docenti (e quindi potrei essere un mitomane millantatore e in più gli studenti non sanno come contattarmi); non ho una stanza, una scrivania, un foglio di carta intestata, un numero telefonico e per fortuna che nei corridoi ci sono tante sedie, così ho potuto fare assistenza agli studenti comodo comodo;  in ultimo: se sei fortunato i soldi ti arrivano in 2 anni (dicasi due anni) a partire dal primo giorno di aula.. per fortuna godo di buona salute;
c) sappiate che pagate le tasse in un Paese che valuta i docenti dei vostri figli non in base al merito MA in base al reddito.
Difatti la legge 240/10, cosiddetta riforma Gelmini, all’art. 23 regola i “Contratti per attività di insegnamento” che recita: “ Le Università … possono stipulare contratti della durata di un anno accademico e rinnovabili annualmente per un periodo massimo di cinque anni, a titolo gratuito o oneroso, per attività di insegnamento al fine di avvalersi della collaborazione di esperti di alta  qualificazione in  possesso  di  un  significativo  curriculum scientifico  o  professionale,  che   siano   dipendenti   da  altre amministrazioni, enti o imprese, ovvero titolari di pensione,  ovvero lavoratori autonomi in possesso di un reddito annuo non  inferiore  a 40.000 euro lordi”.
Avete capito bene, cari contribuenti. Posso insegnare all’Università  solo se guadagno più di molti di voi. E, ahimè, vuoi per la crisi, vuoi perché non ci ho mai tenuto passione, vuoi perché non ne sono capace, nell’anno passato non sono riuscito a guadagnare tanto.
E non solo: nell’articolo si nasconde un’ulteriore beffa.
Avrete difatti notato che la legge non vincola i 40.000 € a un reddito derivante dalla professione svolta (cioè: hai fatto 40.000 € di parcelle, quindi sei bravo); nella totale, assoluta follia discriminatoria di questo articolo, ci potrebbe essere almeno un qualche senso, una qualche forma di meritocrazia. E invece no, si parla solo di reddito. Il che significa, mi viene da pensare, che la differenza tra Alberto Corbino che NON ha titolo per insegnare ai vostri figli e Corbino Alberto che HA titolo per insegnare ai vostri figli, potrebbe essere solo che quest’ultimo ha ereditato 2 appartamenti dalla bisnonna, locali che oggi magari affitta a prezzi da strozzino ai vostri figli studenti – fuori sede, oppure, che so, che è titolare come prestanome della camorra, di un avviato ristorante fronte-mare.

Detto ciò, pensieroso per le sorti della nostra Pubblica Istruzione e convinto che il maggior stimolo alla fedeltà fiscale sia un’efficace ed efficiente spesa pubblica, vi saluto con affetto. In fondo siete stati i miei datori di lavoro per due anni, grazie! E un ringraziamento a Claudio Agnisola per aver cercato di non farmi sentirmi un alieno, sperduto nell’iperspazio dei corridoi della burocrazia accademica;  e al personale della Segreteria studenti di Scienze MMFFNN, che ho sempre trovato professionale e collaborativo (alla faccia dei luoghi comuni).
W i giovani (quelli veri, non quelli all’italiana come me, che ho 42 anni).

Alberto Corbino (in pieno possesso delle mie facoltà mentali,
già docente a contratto di Economia e diritto ambientale –Università Federico II di Napoli)

P.S.: Diffondete, se volete e lo ritenete utile.
Questa lettera è pubblicata sui miei blog:  https://labuonaeconomia.wordpress.com    e
http//edabpm.wordpress.com (appositamente creato per gli studenti del corso di biologia delle produzioni marine).

Informazioni su albertocorbino

Alberto Corbino è l'autore dei blogs: https://labuonaeconomia.wordpress.com ; http://ventanillas.wordpress.com ; http://italiain3b.wordpress.com http://edabpm.wordpress.com . Per ulteriori info, visitare la pagina: "l'autore di questo blog"
Questa voce è stata pubblicata in Attualità, cattiva economia e contrassegnata con , , , , , . Contrassegna il permalink.

30 risposte a L’Università merita le nostre tasse. Lettera aperta ai contribuenti italiani e al Ministro Profumo.

  1. Paolo Greco ha detto:

    Caro Alberto,
    sono addolorato per te. Le tue lezioni sono bellissime, e le ho sempre apprezzate.
    L’università è da sempre il regno della irrazionalità, specie se si parla di reclutamento/ insegnamento. Tutti provvedimenti estemporanei, molto spesso ad personami, se a ciò si aggiunge che la ministra era la Gelmini, è ben evidente che l’art 23 non ha fondamento razionale. L’unica cosa che si può sperare è che Profumo riesca a correggere.
    Un abbraccio
    Paolo

    "Mi piace"

    • Alberto Corbino ha detto:

      grazie Paolo. Queste parole detta da un prof vero e di lungo corso come te hanno un valore unico. Io e te condividiamo la passione per la nostra professione e le nostre materie e le speranza che le cose migliorino per i “nostri ragazzi”. Io dico che è il caso di crederci ancora.

      "Mi piace"

  2. Anonimo ha detto:

    Colgo l’occasione di questa lettera per ringraziarla sinceramente per quanto in questi due anni ha donato a noi studenti in termini di conoscenza, professionalità, correttezza e disponibilità. Le sue lezioni sempre interessanti e interattive, mai noiose, hanno offerto numerosi spunti di riflessione e hanno notevolmente arricchito il nostro bagaglio culturale. Mi auguro durante il mio percorso di studi e di vita di incontrare persone in gamba come lei.
    Cari saluti
    Antonia Chiarore

    "Mi piace"

    • Alberto Corbino ha detto:

      Cara Antonia, mi auguro che durante il suo percorso lavorativo, che sarà di certo brillante, possa trovare persone molto più capaci di me, che non hanno mai mollato e che occupino oggi posizioni apicali da cui creare opportunità vere per giovani meritevoli come lei.

      "Mi piace"

  3. lucacavallaro ha detto:

    Io ho conosciuto Alberto Corbino , sono stato un suo studente e durante il suo corso mi sono divertito, si divertito perchè imparare e interessarsi a certe problematiche è divertimento se fatto con professionalità e innovazione, cosa che lui ha fatto ed ha trasmesso. Che dire, mi ritengo fortunato di averlo conosciuto e son sicuro che un giorno me ne potrò vantare, cosa che già adesso vado facendo. Un abbraccio Prof.

    "Mi piace"

  4. Michele Tocchetti ha detto:

    Caro Alberto,
    la tua lettera lascia in me un senso di desolante rassegnazione. Una rassegnazione al fatto che questo paese è andato già da molto tempo al di là, ha superato limiti impensabili di decenza e le cose da cambiare sarebbero talmente tante che non basterebbero alcune vite per recuperare. Da amico ti auguro in bocca al lupo (Alberto magari) e posso solo dirti che io le tasse le pago e sarò sempre tenuto a pagarle essendo un lavoratore dipendente, molto ma molto incazzato.
    Un caro abbraccio
    Michele (detto Mimmo)

    "Mi piace"

  5. Mariano Santoro ha detto:

    Sono uno tra i fortunati ad aver conosciuto il Prof. Corbino e ad averne potuto apprezzare le qualità umane oltre che le capacità professionali fuori dal comune. Purtroppo, questa lettera riflette la reale situazione in cui si trova la stragrande maggioranza dei giovani italiani dal punto di vista lavorativo. Il futuro in questo paese non lo si riesce a vedere nemmeno dal binocolo e nonostante ci sia dentro ognuno di noi la voglia di combattere per migliorare il nostro paese, ogni giorno, pare che siano sempre pronte a verificarsi circostanze e situazioni a conferma della quasi totale mancanza di opportunità di crescere e formarsi professionalmente nella nostra patria. Il nostro Prof. Corbino ci ripete instancabilmente e giustamente di non abbandonare mai lo studio della lingua inglese, proprio per quanto è costretto ad affrontare oggi sulla sua pelle in una chiara esortazione ad andare oltreconfine. Le alternative di crescere e di potersi realizzare sono presenti altrove e assenti qui, ma quello che voglio provare a trasmettere in questo commento è un messaggio di carica e fiducia nell’adempimento, nel nostro piccolo, del pagamento dei servizi pubblici, nella richiesta degli scontrini fiscali a chiunque ci venda un oggetto e nella denuncia del marcio e dell’ingiusto. E’ con il senso e la coscienza civica che abbiamo il dovere di provarci. Non dobbiamo avere paura di essere emarginati perchè il giusto non fa parte dell’attuale fare comune. La rassegnazione può solo definitivamente affossare un paese come il nostro. Il cuore ci chiede di provarci e allora, ognuno di noi, DEVE obbligatoriamente esprimere il proprio senso di cittadinanza agendo nel giusto, senza fare furbate che su di noi si ritorcono e mettere in cattiva luce chi lo fa e fa male all’intera comunità. E’ chi sbaglia che deve aver paura di essere emarginato, non chi agisce per il bene della collettività…..nonostante sia probabilmente tra i pochi a farlo!

    "Mi piace"

    • Alberto Corbino ha detto:

      Il mio studente più giovane… Ma come vi ho “cresciuti” sani ed etici…non avrò esagerato? Sono fiero di aver conosciuto ragazzi in gamba come voi. Avrete un bel futuro.. e ricordati che l’Australia è la terra dei canguri… ma anche delle opportunità!

      "Mi piace"

  6. Anonimo ha detto:

    Egregio Professor Corbino,

    quando si leggono queste cose, quando si tocca con mano, amaramente, in quali mani sia finita l’istruzione nostra e dei nostri figli, ci si rende conto che siamo caduti talmente in basso da essere davvero ardua, se non impossibile, un risalita verso la luce.
    Una volta, un vanto del nostro Paese era proprio l’istruzione, che si affidava a persone preparate e davvero competenti, ma adesso sembra quasi che la vigente normativa (il discorso dei 2.800 euro all’anno è incredibile e vergognoso) non tenga assolutamente conto di titoli e meritocrazia, ma basta che un nome sia là, seduto su una sedia, a raccontarte qualcosa ai giovani solo perché pagano le tasse e qualcosa bisogna pur raccontargli.
    Io l’ho conosciuta, caro Professore, solo poco tempo fa, ma l’ho ammirata per il suo entusiasmo e per la Sua passione e sinceramente la invidio; personalmente, infatti, percorrendo sì ardui sentieri, non sarei capace di nutrire ancora passione ed entusiasmo.
    In ogni caso, troverà di certo soddisfazioni altrove, anche se, non lo nego, coltivo la speranza di vederla ancora alla Federico II: nonostante sia un uomo del XXI secolo, credo ancora nei miracoli.

    La saluto, quindi, con un arrivederci, esprimendole i sensi della mia stima.

    Adriano Madonna

    "Mi piace"

    • Alberto Corbino ha detto:

      Gentile sig. Madonna, sono in non poco imbarazzo a ripondere sul tema “passione ed entusiasmo” a chi, come lei, ha dedicato l’intera vita alla conoscenza e alla tutela del nostro Mare. Soprattutto dopo che all’esame mi ha salvato la vita raccontandomi delle nuove specie di medusa che hanno invaso il Mediterraneo. Anch’io credo nei miracoli, soprattutto in quello che finalmente riuscirò a pescare un tonno con la lenza, sotto la sua sapiente guida!

      "Mi piace"

  7. Caterina ha detto:

    Caro professore,
    lei come molti di noi reputa la situazione attuale ripugnante. La differenza sta nel fatto che lei, a differenza della maggior parte della popolazione, lo esprime apertamente. Lo fa senza nascondersi dietro frasi fatte a sfondi politici(ed è per questo che lo trovo ancor più degno di rilevanza). Di queste ultime, sinceramente, ne sono un pò nauseata…Il suo è un discorso pulito e costruttivo. Quando esprimo il mio dissenso riguardo certe situazioni spesso commentano”Ma dai, fanno tutti così” ed a quel punto io rispondo” Ecco perchè stiam messi male”. A volte quella che dovrebbe essere la normalità viene derisa.

    Saluti,

    Caterina Sulfaro

    "Mi piace"

    • Alberto Corbino ha detto:

      Caterina, non è ancora tempo che persone come te si espongano con critiche al mondo: Avete troppo da perdere e rischiate troppo. Lascialo fare ai quasi vecchietti come me. Tu continua solo a lavorare con serietà come hai fatto: otterrai (forse all’estero, forse in Italia del Nord) grandi risultati (bellissima la tua tesina!) e poi cercherai di cambiare il sistema dall’interno. Grazie.

      "Mi piace"

  8. Anonimo ha detto:

    Caro Alberto la mia stima per te e’sempre stata alta sei una persona incantevole e spero che tutto ciò possa servire a molti come noi che devo lottare per avere un diritto il lavoro che amano. Un caro abbraccio anna

    "Mi piace"

  9. sergioilvagabondo ha detto:

    ciao Alberto,
    concordo con tante cose che dici e in generale sullo sfascio dell’universita’, che i precari siano ghettizzatti ovunque e anche all’univ e’ un dato di fatto ed e’ bene indignarsi.Sull’articolo della legge in questione, pero’ qualcosa non mi e’ chiaro, poiche’ ne ho parlato con altri prof precari che come te vanno avanti per contratti temporali e loro questo cavillo non lo conoscono, cosi’ come ti girai un bando di un altra univ e di quella follia dei guadagni non ne parlava. dove sta l’inghippo? un abbraccio

    "Mi piace"

  10. Paolo ha detto:

    Caro Alberto,
    sono commosso per le tue parole che come ben sai mi toccano da vicino, speriamo che la popolazione capisca dove si sta avviando il nostro Stato.
    Una cosa è sicura in Italia non conta la tua preparazione, non conta il tuo impegno, non conta il tuo valore etico e morale. Adesso, anche per decreto, in Italia conta solo chi ha soldi!!!!!!
    Un abbraccio

    "Mi piace"

    • Alberto Corbino ha detto:

      Caro Paolo, se c’è una cosa che mi ha dato fastidio in questi 2 anni è che gli studenti parlavano troppo bene di te.. il prof Fasciglione ha detot questo, il prof Fasciglione ha fatto quello… uffa! Ahimè temo che alla popol-azione interessi poco: siamo ancora troppo popol(o) e poco (n)azione. Mi ha fatto molto piacere aver condiviso con te, seppur a distanza di qualche corridoio, la costruzione di uno spicchio di “esempio positivo” per i giovani di questo martoriato P(p)aese. Penso che abbiamo fatto solo il nostro dovere, ma in quest’Italia.. è già tanto!.

      "Mi piace"

  11. sergio ha detto:

    Non so se essere più rattristato o scandalizzato. In Italia si parla di spreco a proposito della spesa pubblica, ma trovo molto più vergognoso lo spreco delle intelligenze, che sono tante e e in molti casi veramente eccellenti. Disperdere questo patrimonio é come condannare le generazioni future alla mediocrità.
    Resisti caro Alberto, abbiamo bisogno di te.
    Sergio Ciannella

    "Mi piace"

    • Alberto Corbino ha detto:

      Grazie caro Sergio. Io resisto, ormai ho le spalle forti, e poi c’è un’Università USA che mi sta consolando… Ma mi chiedo: è giusto chiedere a un giovane di 23 anni di resistere, anzichè di sognare? Mio fratello e i miei più cari amici lasciarono Napoli e l’Italia appena laureati a pieni voti, per sognare e non limitarsi solo a resistere.. correvano i primi anni ’90!

      "Mi piace"

  12. fabio argiolas ha detto:

    Reblogged this on Su Seddoresu.

    "Mi piace"

  13. Anonimo ha detto:

    Salve carissimo prof.
    Non ha avuto in questi due anni una scrivania, uno studio, un foglio di carta.
    Ha avuto un cuore, un’umiltà che riuscivamo a percepire durante le lezioni e che arricchivano l’aula di passione, quella sana passione che accompagnava tante notizie e tanti concetti per me nuovi.
    Molti hanno uno studio, hanno un contratto, ma non trasmettono nulla.
    Non è giusto che a pagarne le conseguenze siano sempre “i migliori”, perchè è così prof! Lei è uno dei prof. migliori che io abbia avuto.
    Spero che qualcosa possa muoversi, lei merita tanto ma soprattutto i ragazzi meritano di seguire le vostre lezioni.
    Le auguro il meglio.
    Cordiali saluti prof!
    Laura Vicinanza

    "Mi piace"

    • Alberto Corbino ha detto:

      Laura, che fai, mi vuoi far commuovere? Mi ricordo la tua diffidenza verso le forumule di economia… e per fortuna che ce l’ho anch’io così siamo andati d’accordo. Non credo di saper rispondere a questa mail… posso solo ringraziarti e farti i migliori auguri.

      "Mi piace"

  14. Gen. LodA ha detto:

    Lettera aperta ad Alberto Corbino

    La volontà di farmi usare un più informale “tu” anziché l’accademico e baronalissimo “Lei” e di usare il nome di battesimo anziché il consueto “prof.” (beninteso, solo dopo la convalida dell’esame) è stata così forte da spingerti a lasciare la cattedra pur di costringermi a farlo! Ebbene, io non cedo e sebbene mi stia concedendo (con qualche sforzo, lo ammetto) la seconda persona singolare nello scrivere questa lettera, continuerò a chiamarti “prof. Corbino” perché professore è chi insegna e nella vita non si insegnano solo nozioni ma anche altre cose non meno importanti che esulano la didattica, e credo che tu abbia molto da insegnare in questo senso (oltre che a livello di nozioni ovviamente)… insomma, se qualcosa l’ho captato perfino io vuol dire che le capacità, la grinta, la voglia ci sono e tutti gli attestati di stima in calce all’intervento sono lì a dimostrarlo!
    Buona vita Alberto, l’università non ti ha reso merito ma noi sì…

    Lorenzo Lodato

    "Mi piace"

    • Alberto Corbino ha detto:

      Il TU rigorosamente dopo la convalida dell’esame! Ma sai che di recente ho sentito che esisterebbe una circolare del Rettore nella quale si dice che i docenti a contratto non possono essere chiamati PROF.? A me sta cosa fa ridere… Cioè, se così fosse, sarebbe come dire che mentre il Titanic affonda con tutti i passeggeri, il comandante si preoccupa di non bagnarsi mentre sale sulla scialuppa. Sarebbe una cosa da imbecilli totali, da vanagloriosi palloni gonfiati italiani, no? Vabbè.. sarà una leggenda universitaria! Comunque Lorenzo, ti ringrazio per le belle parole: sembra immodestia, ma io davvero credo di aver fatto solo quello che dovevo fare. Alberto.

      "Mi piace"

  15. Anonimo ha detto:

    Quando sono arrivata a Napoli non è stato facile, vedersi in una sede così grande, sperduta, dove non sei nessuno se non un numero di matricola, nella mia carriera accademica e da rappresentante ho avuto a che fare con tanti docenti, chi meritava questa classificazione, chi un pò meno, ma di una cosa sono certa, quando c’è stata il primo giorno di lezione di economia e diritto ambientale, ho pensato mamma mia completamente diverso, vuoi perchè il primo giorno disse “siete voi a dover parlare e non io” e fu così che il prof parlò per tre ore, ma senza neanche farlo pesare,vuoi perchè non t’annoiavi mai. Prof tutto questo per dirle che se l’università italiana non funziona è perchè vengono tagliate le gambe proprio a persone come voi, che vanno avanti, per dedizione, fatica, passione, sacrificio e amore. Persone che non si stancano se uno studente ha qualche dubbio su una qualsiasi cosa, che ha sempre voglia e pazienza di ascoltarti anche quando magari gli orari di lezione sono finiti da un pezzo, persone che il 27 dicembre mentre tutti sono in vacanza lui risponde alle email dopo neanche un’ora dandoti consigli per l’esame. é inutile dilungarsi troppo, Grazie Prof. lei è uno di quei pochi che si possono chiamare DOCENTI. E la cosa che il ministro Gelmini e chi per lei non ha capito è che l’Università italiana per andare avanti non ha bisogno di reddito, o “parentopoli” ma solo di chi ha amore per la sociètà perchè solo queste persone possono trasmettere valori importanti alla nostra generazione, che è sempre male influenzata proprio perchè ci sono persone che lavorano solo per esercitare il potere su di noi, ma in realtà la vita un altra. La nostra fortuna è proprio quella di incontrare persone come lei. Grazie Alberto Corbino o meglio noto come IL Prof. Le auguro tanta felicità e successo.

    "Mi piace"

  16. pycnogonida ha detto:

    Discorso affrontato innumerevoli volte, con il Professor Fasciglione, con Lei, con il Professor Agnisola…
    La storia dell’Università italiana si intreccia, per ovvi motivi, con la storia dell’Italia; e la storia di una Università del SUD inevitabilmente si intreccia con la storia di questi luoghi: con il sogno ricorrente di fuggire e di emigrare, con la nostra terra alla mercè del politicante di turno, della camorra, della semplice inciviltà del popolino.
    Difficile far cultura in queste zone, difficile fare Università. Eppure la materia prima non manca: tanti miei colleghi di studio hanno dimostrato negli anni il proprio valore, tanti miei professori hanno dimostrato la propria preparazione e la propria umanità.
    Personalmente mi sento un uomo fortunato: ho goduto dell’amicizia dei miei colleghi (e non sempre è così) e ho incontrato persone, tra i docenti, capaci di Formare.
    Persone come Voi, che per pochi spiccioli si son adoperate per noi studenti in tutto e per tutto, sempre completi, sempre preparati, sempre efficienti e sempre gentili.
    Purtroppo 20 anni di berlusconismo hanno reso normale anche una legge ignobile come quella della Signora Gelimini: siamo oramai troppo assuefatti all’ignobile da non colpirci nemmeno;
    “Il popolo italiano è una rana nella pentola. All’inizio l’acqua era tiepida, quasi rinfrescante. Un grado alla volta e in vent’anni siamo arrivati al punto di cottura. La rana è intorpidita e non si accorge che viene bollita viva.” [B.G.].
    Così la cultura perde 2 validissime persone ed eccellenti Professori che hanno la sola colpa di non avere le RENDITE necessarie per insegnare: ah! la meritocrazia! PERCHé NON AVETE EREDITATO UNA O DUE CASE? allora si che potevate essere Professori!
    E, rivolgendomi ad illustri Professori, ma di tipo diverso, devo dire che questi miei Docenti non stanno lottando semplicemente per il monotono posto fisso che, in verità, non dispiace poi così tanto. Lottano perché semplicemente non vi è giustizia nella nostra “res publica”.
    I popoli arabi hanno condotto una ribellione su larga scala, una ribellione diretta contro i “puppet state” istituiti dagli occidentali in quei territori: noi non siamo riusciti ad eliminare i nostri fantocci.
    La voglia di andar via, lontano, è tanta; ancor di più per me che ho una storia universitaria “diversa”.
    La mia risposta è stata fondare una associazione di promozione culturale campana, che si occupi, tra le altre cose, del mare e della sua protezione.
    Finchè son qui, e finchè riuscirò a seguire qualche mio piccolo sogno, avrò la forza di combattere.
    Mirko Mutalipassi

    "Mi piace"

    • Alberto Corbino ha detto:

      Caro Mirko, grazie delle parole. Se persone come te lasceranno il Sud, come pure io ti ho più volte incoraggiato a fare, questo territorio sarà ancora più povero. L’assocazione che tu hai e altir studenti avete fondato – bravi – potrà essere un piccolo strumento di lotta e difesa di cosa cui abbiamo a cuore, e forse anche diventare una integrazione di reddito per alcuni soci. Purtroppo non potà mai colmare il vuoto dell’impresa pulita, della cultura che produce risultati, della politica ispirata. Comunque, finchè ci siamo, continuiamo a resistere e, soprattutto, a costruire. In bocca allo squalo. Alberto

      "Mi piace"

  17. Alberto Corbino ha detto:

    Pare che questo articolo abbia portato fortuna. Il 9 febbraio 2012 il governo ha emanato il DL n° 5 “Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e sviluppo” , pubblicato su Suppl. Ord. n° 27/L alla G.U.S.G. n° 33 del 9/3/2012 che, tra l’altro, ELIMINA l’art 23 della legge 240/2010 (cosiddetta riforma Gelmini). L’Italia, da oggi, è un po’ meno classista: il reddito fa figo ma non fa curriculum!

    "Mi piace"

  18. Pingback: Le anguille migrano grazie al gps, i ricercatori italiani grazie all’arteteca | la buona economia, blogarchivio

Lascia un commento