La cattiva economia della contraffazione alimentare

Made in Italy: filatura della mozzarella sul Monte Faito (foto.: A. Corbino, 2010)

Prendo spunto da una notizia riportata da Il Mattino di Napoli (1) per parlare di contraffazione alimentare. E’ una materia che più volte ho trattato nel mio corso di Economia e diritto ambientale, e nel mio blog dedicato (http://edabpm.wordpress.com) ho riportato diversi episodi riguardanti il pescato.

L’articolo del Mattino riporta di un’ irruzione della Guardia di Finanza in un opificio a Volla (Na) in cui sono stati trovati 6 operai (a nero, manco a dirlo) intenti a “ringiovanire”, con l’aiuto di vari macchinari, 300mila barattoli di generi alimentari (pomodori, legumi, frutta sciroppata). Grazie a un restyling e a una nuova etichettatura, barattoli arruginati, ammaccati e comunque privi della scritta indeliebile sulla lamiera che ne consente la tracciabilità per legge, erano pronti a tornare sugli scaffali di negozi e supermercati, anche all’estero. Il danno è triplo: frode ai consumatori e rischi per la loro salute; danno economico al settore alimentare derivanti da una concorrenza a dir poco sleale. Senza contare i vari illeciti in termini di evasione delle imposte, ecc.

A chi possa pensare che si tratti di eccezioni, riporto gli ultimi dati di Federalimentare e Coldiretti, le associazioni di categoria più impegnate a sensibilizzare istituzioni e cittadini sui rischi sanitari ed economici delle frodi alimentari, per cui è stato coniato i neologismo agropirateria o anche agromafia, quando risulti evidente il coinvolgimento (ahimè frequente) della criminalità organizzata in fatti illeciti del settore. Secondo Coldiretti -Euripes (2) il volume d’affari complessivo dell’agromafia è quantificabile in 12,5 miliardi di euro (5,6% del totale), di cui: 3,7 miliardi di euro da reinvestimenti in attività lecite (30% del totale) e 8,8 miliardi di euro da attività illecite (70% del totale). Il reinvestimento dei proventi illeciti anche in tale settore, ha come corollario il condizionamento della libera iniziativa economica attraverso attività fraudolente (quale, ad esempio, l’indebita percezione dei finanziamenti nazionali e comunitari).

Tornando agli aspetti più generali della frode, secondo Federalimentare (3) ammonta a 60 miliardi € il valore dell’illecito nell’industria alimentare: la contraffazione vale 6 miliardi € mentre i prodotti cosiddetti italian sounding (cioèin cui nme e etichetta richiamanol’Italia, ma sono prodotti altrove,) valgono 54 miliardi €. E pensate che il totale dell’export 2011 del settore ammonta a 23 miliardi €, meno della metà. Come dire: un cancro che pesa il doppio del corpo che lo ospita: insostenbile! Infine un dato relativo al mercato USA, di fondamentale importanza strategica per la nostra industria agroalimentare: il valore del falso vale il 71% del nostro export (4).

Per darvi un parametro su cui misurare l’enormità del fenomeno: il fatturato dell’industria alimentare italiana 2011 è stato di 127 miliardi €.  Possiamo quindi affermare che senza illegalità il fatturato potrebbe aumentare del 50%, con tante conseguenze positive sulla bilancia dei pagamenti e sull’occupazione, nonchè sulla nostra agricoltura che diventerebbe concorrenziale con “pannello solare selvaggio” o con lo sversamento illecito di rifuti in alcune regioni. Un aspetto, quest’ultimo, su cui si riflette poco, ma che è invece molto importante, perchè le mafie si combattono soprattutto creando e supportando alternative economiche concrete. AC

Note: (1) Antonio Russo su Il Mattino, 15/02/21012, pag. 41; (2) Eurispes – Coldiretti : 1° Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia, 2011 (acquistabile su www.eurispes.it); (3) Fonte ICE/Federalimentare, 2010; (4) Coldiretti: L’ Agropirateria e la difesa delle produzioni italiane (www.coldiretti.it).

Informazioni su albertocorbino

Alberto Corbino è l'autore dei blogs: https://labuonaeconomia.wordpress.com ; http://ventanillas.wordpress.com ; http://italiain3b.wordpress.com http://edabpm.wordpress.com . Per ulteriori info, visitare la pagina: "l'autore di questo blog"
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